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Danza

Il richiamo alle proprie radici è l’elemento che contraddistingue chi, per motivi di studio o lavoro, deve allontanarsi dal proprio paese natio. Capita così che l’amore per la terra d’origine e il desiderio di danzare le proprie radici tracciano il destino di Rossana Mele.
Dopo aver studiato danza contemporanea a Londra e messo in scena diversi spettacoli decide di tornare in Sardegna, cambiando in modo radicale il suo stile di vita.

Cagliaritana di 47 anni, Rossana si forma in una delle scuole più prestigiose d’Europa e vive a Londra per diversi anni. Arriva però un momento in cui l’irrefrenabile richiamo di casa traccia il rientro in Sardegna. Prima a Cagliari, dove inizia a lavorare con il regista di teatro contemporaneo Pierfranco Zappareddu, e dopo il matrimonio a Orroli, un piccolo paese nel sud dell’isola.
«Con mio marito prendemmo questa decisione nell’idea che la Sardegna debba essere ripopolata e che la sua bellezza risieda anche nei paesi dell’interno. Desideravo inoltre insegnare danza contemporanea qui a Orroli, una forma d’arte non ancora praticata».
Una scelta in controtendenza dunque, in un periodo in cui lo spopolamento dei paesi è un fenomeno sempre più in crescita. «In questa scelta sono stata guidata anche dalla mia fede buddista». La filosofia orientale insegna che l’ambiente naturale e sociale è un riflesso di se stessi e che al cambiamento interiore corrisponde quello esteriore. Se ne deduce dunque che non c’è un posto migliore o peggiore per vivere.
Inizia a insegnare a Orroli e nei paesi vicini, Nurri e Isili, riscontrando un serio interesse da parte della popolazione e notando un’elevata propensione artistica nelle allieve dei vari corsi divisi per età. Non solo corsi per giovani e giovanissimi ma anche per adulti: «Adoro insegnare agli adulti perché vedo come ne beneficiano nella postura, nella forza ed elasticità, nell’armonia dei movimenti, nella ricerca espressiva del gesto».

Lo studio della danza classica per adulti, che a Cagliari non desta più tanta perplessità perché non è una novità, nei piccoli centri suscita ancora qualche ironia, «Capita spesso che mi chiedano: “ma devo mettere il tutù?”. Penso sia compito mio spiegare le finalità di un approccio alla danza da adulti per vincere le iniziali resistenze. Una volta che l’adulto ha conquistato le basi tecniche elementari, mi piacerebbe coinvolgerlo in progetti teatrali dove l’espressività del corpo è più importante della perfezione formale del movimento».
I benefici per chi studia la danza non si limitano a quelli fisici, poiché educando il corpo con una disciplina come la danza che tocca profondamente lo spirito, si ottiene il benessere di entrambi.
La vita in paese con i suoi ritmi lenti e più in sintonia con i cicli delle stagioni, la induce a una riflessione più profonda sul rapporto tra l’uomo e la natura, e accoglie le proposte del Movimento per la Decrescita Felice, fondato da Maurizio Pallante nel 2007. Scopre il piacere e il valore dell’auto produzione: coltivare l’orto, fare il pane, i dolci, il formaggio, i liquori. «Da ex cittadina mi sto rendendo conto di quanto ci si stia allontanando dalla Madre Terra, dal senso di comunità, dallo scambio e dal dono». Quel senso di appartenenza dunque, che significa anche riscoperta delle antiche usanze e delle testimonianze archeologiche. «In una terra antica come la nostra, con l’eredità di costruzioni millenarie, talvolta ancora immerse in una natura non addomesticata, sembra proprio di sentirne le voci. Il corpo è così chiamato a esprimere con il movimento, quello che la pietra, i nuraghi, i pozzi sacri, i menhir, ma anche la terra stessa, gli alberi, il cielo che ci sta sopra, vogliono che non si dimentichi».

“I benefici per chi studia la danza non si limitano a quelli fisici, poiché educando il corpo con una disciplina che tocca profondamente lo spirito.”