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Era scritto, dipinto su tele ricamate nei sogni che Anna e Daniela Squintu, classe 1963, le sorelle gemelle di Ozieri, un giorno avrebbero ripreso in mano colori e pennelli. Radicate nel passato di una terra antica, quale è la Sardegna, ne evocano le tradizioni, i paesaggi marini, le sue donne indomite. Condividono lo studio d’arte e qualche opera l’hanno anche creata insieme, in genere però ognuna segue il suo estro.  

Ancor prima della parola dunque le immagini. Le emozioni prendono corpo sul foglio con matite, colori e pennelli seguendo il flusso creativo, sbordano dalla tela per insinuarsi sulla cornice. Sono rose purpuree. Hanno la loro stessa forza espressiva, bellezza, lievità. E arrivano da lontano, un sogno sopito e d’improvviso sbocciato.  

 L’incontro con l’arte ha inizio sui banchi di scuola, alle medie, stimolate e sostenute dal professore di disegno, Luigi Loriga, che ricordano con affetto. Ma, come spesso accade, e in particolare agli artisti, la strada non è mai lineare. “Avremmo voluto proseguire gli studi all’istituto d’Arte di Sassari, ma a quei tempi viaggiare a 14 anni era difficile”. Scelgono il tecnico geometri e dopo il diploma esercitano la professione. Disegno tecnico sì, ma sempre con creatività e fantasia: si occupano di arredi d’interno e progettazione di spazi insoliti. Ma, qualcosa continua a bussare alla porta, qualcosa di mai dimenticato. Trascorrono vent’anni: “Con il desiderio di ricominciare a dipingere senza mai avere il coraggio di farlo”. Finché un giorno, una decina di anni fa, s’imbattono in una locandina che pubblicizza un corso di pittura. Un nuovo inizio. Le mani ricominciano a muoversi sulla tela per raccontare le inquietudini, i conflitti, il desiderio di riscatto delle donne e della loro terra, di cui dipingono il mare, le spiagge, le tradizioni, ma senza cadere negli stereotipi. Uno sguardo volto al passato, ma sempre con occhi rivolti al futuro.  

 L’arte pittorica rientra in punta di piedi nelle loro vite e poi si prende tutto. Per un po’ cammina in parallelo con la libera professione finché decidono di dedicarvisi a tempo pieno, scegliendo di andare dove le porta il cuore. Ricevono i primi riconoscimenti e nel 2011 inaugurano la prima mostra personale a Ozieri nel convento delle Clarisse, è l’inizio di una lunga serie tra Olbia, Sassari, Budoni, San Teodoro, Alghero. Sono state invitate anche a esporre nella penisola, ma il trasporto delle opere è troppo costoso e hanno dovuto rinunciare.  Sul web però tutto è possibile, riescono a farsi conoscere e apprezzare anche all’estero. Ma sono soprattutto le esposizioni estive a far valicare la soglia dei confini isolani. “Ad agosto abbiamo spedito un’opera a New York e un’altra a Londra”. 

 La stampa si accorge di loro: La Nuova Sardegna, qualche anno fa, le dedica un’intera pagina della cultura. Il pubblico è affascinato dai paesaggi marini, i tramonti infuocati, le luci, i colori. Si emoziona di fronte alle opere che raccontano storie e vissuti, apprezzano lo stile allegorico, le visioni oniriche e i ritratti di donne, spesso accostate al cavallo, come simbolo di forza e libertà. “Durante le mostre ci capita spesso di vedere le persone emozionarsi anche sino alle lacrime davanti ad alcuni dei nostri quadri, dicono che evocano sensazioni forti e inducono a pensare, o che leggono in loro alcune parti di sé”   Tra i progetti realizzati vi è il B&b Casa D’Artista a Ozieri: chi vi soggiorna può ammirare le loro opere ben esposte in tutti gli spazi dell’edificio, visitare lo studio dove lavorano, e chi lo desidera può anche prendere lezioni di pittura. Immersi in una atmosfera così ricca di suggestioni e stimoli culturali, gli ospiti si emozionano, chiedono spiegazioni, i quadri diventano parte integrante del soggiorno www.bbcasadartista.it . Al momento però, a causa della pandemia, è tutto fermo. Non è nemmeno possibile programmare mostre o esposizioni. La speranza è di poter esporre in primavera e in estate sempre ad Alghero e nella zona di Olbia. Nei loro progetti e sogni vi è anche l’idea di riuscire ad arredare con le proprie opere le stanze di Hotel o locali rinomati e di fare conoscere la loro arte a qualche critico illustre.

 

 Pubblicato anche su www.mediterraneaonline.eu