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Uomo e donna nel tempo, società a confronto, uno sguardo tra i miti e le leggende. Ce ne parla Paolo Piu Cortis, docente e giornalista, profondo conoscitore della cultura dei Nativi D’ America. Ha pubblicato due saggi, “Viaggio nella terra dei Nativi del Nord America” e “Sciamanesimo, Miti Tradizioni”. In origine gli uomini vivevano nel cielo, in armonia con gli animali e col mondo vegetale. Cortis racconta la leggenda Irochese “Sky Woman” (La donna del cielo), dove si narra che fu la donna a dare origine agli esseri umani. Là si ergeva l’Albero della Vita che svettava più in alto di tutti gli altri. Un giorno venne sradicato lasciando un grande foro sotto di esso. Una donna spinta dalla curiosità volle guardare verso il mondo sottostante attraverso l’apertura che si era formata. Non si sa bene se incidentalmente o se spinta da qualcuno, ella cadde di sotto, tentando invano di aggrapparsi alle radici dell’albero. Fortunatamente uno stormo di enormi anatre la vide precipitare e la prese in volo, posandola sul dorso di una tartaruga affinché non si facesse male. Tutto intorno vi era solo l’immenso oceano, ma la donna ebbe comunque salva la vita. Allora tutti gli animali si riunirono in consiglio, per decidere cosa fare e rendere più confortevole il luogo in cui la donna caduta dal cielo era stata adagiata. Così stabilirono che uno di loro sarebbe dovuto andare nel fondo dell’oceano per portare in superficie un po’ di terra da depositare sul dorso della tartaruga. A turno tutti gli animali provarono, ma nessuno riuscì a raggiungere il fondo dell’oceano. Quando le speranze sembravano ormai perse, ecco che si offrì il topo muschiato per compiere quell’immane impresa. Compiendo uno sforzo enorme riuscì a portare con le sue zampette un po’ di terra. Come essa toccò il dorso della tartaruga, questa si allargò immensamente fino a diventare enorme, dando così origine alla Terra. E il nord America fu chiamato “Onowaregeh”, che significa “L’isola della Tartaruga”. Se si osserva la sua forma si nota che ha proprio l’aspetto di una tartaruga gigante. La donna che cadde dal cielo era incinta, al tempo stabilito diede alla luce una figlia, che fu la prima abitante della Terra…”. La donna fu quindi salvata dalle anatre come nel ciclo troiano della mitologia greca, Penelope, figlia di Icario e moglie di Ulisse,  gettata in mare alla nascita per ordine del padre (non se ne conosce il motivo), fu salvata da alcune anatre che tenendola a galla, la portarono verso la spiaggia più vicina. Fu così che i genitori, quando la ripresero con sé, le diedero il nome di Penelope che significa “anatra”. Ulisse compie un atto che segna il passaggio dalla società matrilineare alla patriarcale quando decide di rapire Penelope per condurla nella sua patria, Itaca, contravvenendo alla tradizione spartana secondo la quale doveva essere l’uomo a spostarsi nel paese della donna. Un cambiamento descritto nel mito che vede un personaggio, Ulisse, – figura che presenta caratteristiche diverse dagli eroi suoi predecessori, per le sue qualità più vicine agli esseri umani che alle divinità – compiere un’azione che rappresenta un cambiamento epocale nei rapporti di genere. Non è un caso che la stessa parola matrimonio, derivi dal latino uxorem ducere, condurre la moglie, Ulisse la conduce a casa sua. Nel clan degli Irochesi era il marito che andava a vivere nella capanna e nel clan della moglie. E’ opportuno specificare che nella struttura matrilineare non vi è prevaricazione della donna come si ipotizza che sia avvenuto nelle società matriarcali, ma la perfetta parità dei diritti e riconoscimento dei ruoli.

Nei clan degli Irochesi, Nativi del Nord America, la longhouse, casa lunga, dove abitavano le famiglie, apparteneva alle donne del clan, i figli entravano a far parte del clan materno. Le donne si occupavano della loro educazione e mantenimento con il sostegno dei parenti di lei. Il padre a sua vota si prendeva cura dei figli della sorella. “L’analisi dei miti, confermata dagli studi antropologici, rileva come nella società irochese, e anche nella vichinga precristiana, il ruolo dell’uomo e della donna fossero paritari, con mansioni diverse, questo sì, ma nessuna era considerata più importante dell’altra”. Segno che queste popolazioni avevano raggiunto un livello di sviluppo e civiltà superiore a quello della società patriarcale dove invece la figura femminile è discriminata, con il conseguente venir meno di risorse e talenti. Le irochesi anziane, o Clan Mothers, avevano il compito di scegliere i capi delle nazioni e della Confederazione, ma avevano anche l’autorità di destituirli se venivano meno ai loro doveri. I capi del villaggio erano uomini, quelli dei Clan erano donne. Quest’ultime si occupavano di tutto quel che riguardava il villaggio, agricoltura, educazione dei figli nell’età infantile, preparazione del cibo; gli uomini invece delle attività al di fuori, come la caccia, la pesca, la guerra. Ma non vi era alcuna prevaricazione. “Il modello patriarcale si è instaurato in Europa con l’età del bronzo e poi si è esteso ed è stato esportato anche nelle Americhe e in quei territori in cui sono arrivati i bianchi, che hanno imposto la loro struttura sociale”.

““Vedi le oche nel cielo?” Mi disse Al, osservando un gruppo di anatre canadesi e colse l’occasione per trasmettermi anche questo insegnamento”. Esse volano in una formazione precisa. Quando quella che sta davanti a tutte è stanca va dietro allo stormo e si riposa, mentre un’altra si mette alla guida del gruppo. Quando poi una di loro è stremata, scende al suolo per riposarsi, ed è subito seguita da un’altra che non la lascia sola. Quando si è ritemprata entrambe riprendono il volo e raggiungono lo stormo. I Nativi traggono insegnamento anche dal mondo degli animali. Il modo di agire delle anatre è considerato un modello da cui prendere esempio: uomini e donne, anziché ostacolarsi, dovrebbero aiutarsi e farsi coraggio a vicenda. Un’esortazione alla pace e l’armonia che consente a chiunque di esprimersi e trarre gratificazione. C’è spazio per tutti.

L’articolo è pubblicato anche su www.mediterraneaonline.eu

Nella struttura matrilineare della società dei Nativi Americani non c’era prevaricazione di genere ma piena parità dei diritti e rispetto dei ruoli